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Titulo de articulo: COMUNICAZIONE E CONDIVISIONE DELL’INFORMAZIONE GEOGRAFICA VIA WEB PER LA PROTEZIONE CIVILE
Fecha de creacion:
04/24/2011
Ultima actualizacion:
04/24/2011
Idioma:
Italian
Categoria:
Translation
Rango de TranslatorPub.Com:
151
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3716
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Texto:
Common Operational Picture (COP) per la Protezione Civile
COMUNICAZIONE E CONDIVISIONE DELL’INFORMAZIONE GEOGRAFICA VIA WEB PER LA PROTEZIONE CIVILE
ABSTRACT

Le tecniche di comunicazione e condivisione dell’informazione geografica, organizzata e strutturata, risultano di gran importanza sul piano della resilienza di un sistema. Il loro principale obiettivo, infatti, è quello di rendere concreto il concetto astratto del proprio territorio. Grazie alla “carta geografica”, il modello del “paesaggio di Protezione Civile” diventa accessibile e condiviso nel Sistema Integrato.
Per assicurare la stessa qualità informativa in una situazione di crisi tutti gli attori coinvolti nella catena di comando e controllo sono supportati da uno strumento informatico denominato Common Operational Picture (COP – Quadro Operativo Condiviso).
Grazie alle più avanzate tecniche di Web GIS, le informazioni come risorse, valore esposto, vulnerabilità e pericolosità risulteranno facilmente accessibili per le diverse componenti del Sistema Regionale di Protezione Civile.
La rappresentazione dell’informazione geografica del piano di emergenza risulta fondamentale per la formulazione dei lineamenti di pianificazione e del modello d’intervento.
La visualizzazione sinottica tra le diverse cartografie disponibili, da quelle di pericolosità a quelle dinamiche prodotte dai diversi possibili sensori, con l’aggiunta di elevate funzionalità di analisi e reportistica, permettono un’ampia consapevolezza della reale situazione operativa e territoriale, chiamata anche Situational Awareness (Consapevolezza del contesto).
Lo scopo del presente White Paper è di descrivere in modo sintetico e chiaro come la tecnologia GIS (Sistemi Informativi Geografici o anche Sistemi Informativi Territoriali) risulti indispensabile per la comunicazione e la condivisione in rete delle informazioni strettamente connesse al territorio nelle attività di Protezione Civile e sicurezza pubblica, sia in situazione ordinaria (tempo differito) sia in emergenza (tempo reale).
Inoltre, in questo documento sarà descritta la capacità di ottenere un maggior controllo del territorio, grazie a un’applicazione browser based, ovvero basata sui più diffusi browser Internet, ricca di contenuti grafici per rendere intuitivo il suo utilizzo.

COSA SONO I GIS

Quando si parla di Protezione Civile non si può non fare riferimento a tutto ciò che concerne la raccolta, la gestione e l’analisi dell’informazione geografica. Ad oggi, a livello internazionale e nazionale, poter disporre di un Sistema Informativo Geografico (GIS) diventa estremamente utile per un’organizzazione di protezione civile che risponda in modo efficace ed efficiente al presentarsi di eventi di qualsiasi entità e appartenenti a ogni tipologia di rischio.
Anche in situazioni di criticità ordinarie (cioè in assenza di criticità), come per esempio durante la fase di pianificazione, i piani di gestione dell’emergenza sono sviluppati e implementati attraverso un’attenta analisi delle informazioni a disposizione, la maggior parte delle quali riguardano e presentano una forte componente geografica.
Definizione
Nelle scienze dell’informazione geografica non esiste una definizione univoca per GIS. Tra le tante più utilizzate possiamo citare quella di Stanley Aronoff che lo descrive come UN SISTEMA “PROGETTATO PER LA RACCOLTA, MEMORIZZAZIONE E L’ANALISI DI OGGETTI E FENOMENI PER I QUALI L’UBICAZIONE GEOGRAFICA RIVESTE UNA CARATTERISTICA IMPORTANTE O CRITICA PER LA LORO ANALISI”
Quasi tutte le definizioni evidenziano comunque la sua peculiare qualità di “sistema informativo” per il trattamento dei “dati geografici”. Proprio per questo lo si potrebbe anche definire COME UN GRUPPO DI ENTITÀ CONNESSE CHE INTERAGISCONO PER SOLUZIONI COMUNI (SISTEMA) CON UN SET DI PROCESSI ESEGUITI COME SUPPORTO ALLE DECISIONI (INFORMATIVO) SU INFORMAZIONI GEOREFERITE, CIOÈ RELAZIONABILI CON UNA DETERMINATA PORZIONE O POSIZIONE SUL TERRITORIO (DATI GEOGRAFICI).
COMUNICAZIONE E CONDIVISIONE GEOGRAFICA
In un passato non troppo remoto, per poter disporre di un quadro informativo completo della situazione in atto, in un dato territorio e in un dato tempo, prima si dovevano definire in modo preciso i bisogni informativi e poi ricercarli attraverso il materiale stampato, raccolte dati, web link, media e comunicazione vocale. Tutto ciò veniva condotto manualmente in un susseguirsi di azioni disgiunte, chiaramente a scapito dell’efficacia operativa e valutativa in condizioni ordinarie.
A causa di una data frana quale strada è stata interrotta? Quali infrastrutture strategiche sono state colpite? Oppure, è giusto un intervento di mitigazione in un dato punto? È opportuno ubicare un’area di attesa in quella zona? Tali domande in passato richiedevano tempi di valutazione lunghi e spesso comportavano non pochi errori causati da lacune informative.
Negli ultimi anni, infatti, il processo di gestione dell’emergenza ha acquisito una maggiore complessità per poter fronteggiare con più efficacia ed efficienza le nuove minacce, più frequenti e su larga scala, e persino quelle che toccano anche questioni di pubblica sicurezza come per esempio il terrorismo. Il bisogno di pianificare, prevenire e ridurre le conseguenze di una calamità è più forte che mai.
Common Operational Picture (COP)
In una situazione di crisi, per assicurare la stessa qualità informativa, tutti gli attori coinvolti nella catena di comando e controllo sono supportati da uno strumento informatico denominato Common Operational Picture (COP – Quadro Operativo Condiviso). Questo termine nasce in campo militare dalla necessità di condividere tra i diversi comandi le informazioni operative rilevanti su un unico display.
La visualizzazione sinottica tra le diverse cartografie disponibili, da quelle di pericolosità a quelle dinamiche prodotte dai diversi sensori, permettono un’ampia consapevolezza della reale situazione operativa e territoriale, chiamata anche Situational Awareness.
Situational Awareness
Definisce un processo mentale umano traducibile con il termine di “Consapevolezza del contesto”, l’essere coscienti cioè di tutto ciò che sta accadendo al fine di comprendere come le informazioni, gli eventi e le azioni potranno incidere sugli obiettivi di una missione/pianificazione nel presente e in un prossimo futuro.
Con questo termine, anch’esso di derivazione militare, si indica la capacità di percezione degli elementi ambientali all’interno di un contesto spazio-temporale, di comprensione del loro significato e di proiezione della loro evoluzione in un prossimo futuro
La mancanza o l’inadeguatezza di “Situational Awareness” costituiscono uno dei fattori primari d’incidenti dovuti ad errori umani; di conseguenza, un buon grado di consapevolezza è fondamentale in quei settori in cui il flusso informativo può essere molto alto, e una decisione sbagliata può portare gravi conseguenze.
Una Consapevolezza del contesto completa, dettagliata e sempre aggiornata è essenziale nel processo decisionale, specialmente in quelle situazioni complesse tipiche della Protezione Civile. Per questo motivo tale processo mentale è stato definito come un elemento critico, sebbene a volte sfuggevole, per un buon processo decisionale che attraversi una gamma di sistemi dinamici come quello della gestione dell’emergenza.

Importanza del COP
Per un Centro Operativo è fondamentale raggiungere una consapevolezza del contesto, per poter comprendere gli eventi, gli incidenti e la loro evoluzione al fine di anticipare, rispondere e gestire emergenze reali o potenziali.
Proprio qui interviene il COP in quanto strumento di un Sistema Informativo Geografico. L’accesso rapido alle informazioni di pianificazione attraverso questo strumento informatico è ciò che rende operativo il processo di pianificazione.
Capacità Funzionali
Il COP promuove dunque un’accurata “Consapevolezza del contesto” attraverso le seguenti principali capacità funzionali:
• Mappatura di tutte le informazioni geografiche sulla pericolosità e gli elementi esposti;
• Sorveglianza e descrizione dello stato degli eventi in termini di criticità;
• Individuare e mappare la posizione e la Individuazione e mappatura della posizione e della forma di un evento (punto, linea o poligono);
• Analisi spaziale e temporale del territorio per l’individuazione di:
o Zone ad alto rischio;
o Centri operativi in loco;
o Aree di assistenza alla popolazione;
o Magazzini e depositi;
o Punti di approvvigionamento;
o Infrastrutture di trasporto;
o Strutture sanitarie di emergenza;
• Gestione e descrizione dello stato delle risorse secondo il Sistema di Raccolta Dati (SRD) , sia a livello locale sia nelle amministrazioni confinanti;
• Elaborazione e visualizzazione di simulazioni di eventi atmosferici, incendi, inondazioni, plumes, ecc.;
• Analisi delle conseguenze e dei danni provocati da un evento (scenari di danno);
• Definizione della viabilità alternativa (quali strade lasciare aperte e quali svincoli chiudere) in base al perimetro delle aree coinvolte dall’evento o alla presenza di plumes;
• Visualizzazione dell’ubicazione di mezzi attraverso funzioni di tracking con GPS;
• Visualizzazione e stampa delle informazioni geografiche relative alla pianificazione di emergenza comunale e provinciale;
• Produzione di report grafici
COP e Ciclo dei disastri
Chi gestisce l’emergenza ha l’importante responsabilità del coordinamento delle azioni con più Direzioni ed Enti: ciò deve avvenire nelle diverse fasi di quello che comunemente viene chiamato “ciclo dei disastri”. Il termine ciclo indica la caratteristica intrinseca di ripetitività di un evento calamitoso. Le fasi, che si susseguono, sono quella di “mitigation” (mitigazione), di “preparedness” (risposta in fase di evento previsto o imminente), “response” (risposta in fase di emergenza) e infine di “recovery” (ripresa socio-economica e ricostruzione). Le prime due si collocano prima di un evento, le altre subito dopo.
Ognuna di queste fasi ha specifici bisogni e richiede altrettante specifiche attività inquadrate in pianificazioni ad hoc.
Mitigation
Questa fase comprende tutte le azioni che concorrono alla riduzione della vulnerabilità di un territorio rispetto a un futuro disastro. Tra queste attività sono incluse quelle di tipo strutturale, come il consolidamento sismico degli edifici o la creazione di una cassa di espansione, e quelle di tipo non prettamente ingegneristico come la pianificazione territoriale, la redazione dei piani di emergenza ma anche la creazione di leggi o regolamenti specifici per la riduzione del rischio.
In questa fase uno strumento intuitivo e di facile fruibilità per la “comunicazione e condivisione dell’informazione geografica” risulta fondamentale per la pianificazione partecipata tra i vari soggetti di un Sistema Integrato di Protezione Civile .
La tecnologia GIS offre la possibilità di mappare e analizzare qualsiasi tipo di pericolo, visualizzando soprattutto il suo impatto potenziale. Permette di discriminare se una certa pericolosità interessa delle infrastrutture critiche, dei centri abitati e, direttamente dall’interfaccia grafica del COP, di osservare, simulare e comprendere a fondo il grado di vulnerabilità. Inoltre è sempre possibile stabilire le diverse priorità per la fase di “mitigazione” attraverso l’osservazione e l’utilizzo degli strumenti informatici messi a disposizione.
Per un Ente, poter disporre di una tecnologia GIS significa ottimizzare il processo di pianificazione e analisi nel seguente modo:
• Identificando e mappando i pericoli naturali e antropici/tecnologici e il loro livello di criticità;
• Identificando e mappando gli elementi esposti (popolazione, scuole, ospedali, ecc.) e il loro grado di vulnerabilità;
• Identificando i valori di rischio all’interno delle aree colpite da un evento di origine naturale o antropica;
• Sviluppando strategie di mitigazione basate sul territorio per ridurre le perdite; mitigare significa prevenire un’emergenza, ridurre le possibilità che questa avvenga, o ridurre gli effetti di eventi inevitabili.
Le priorità per lo sviluppo dei piani di mitigazione risultano più evidenti con l’uso di un GIS con cui è possibile valutare e simulare strategie alternative di mitigazione e determinare l’approccio migliore per la protezione delle zone critiche da danni elevati, sia in termini di vittime sia, più in generale, di vulnerabilità del complesso sistema antropico.
Preparedness
Con questo termine si devono intendere tutte quelle attività volte a ridurre gli effetti di un evento calamitoso previsto e imminente, come per esempio il consolidamento degli argini critici con sacchi di sabbia o e l’evacuazione delle popolazione dalle zone esondabili al superamento delle soglie prefissate di criticità massima.
Dalla “preparedness” in poi, l’utilizzo di un COP risulta fondamentale per supportare la catena di comando e controllo nella gestione dell’emergenza tramite, per esempio:
• La selezione delle zone da evacuare, considerando la posizione e l’estensione dell’area colpita;
• La selezione e realizzazione di percorsi di evacuazione;
• L’identificazione e mappatura di strutture strategiche;
• La formazione e l’organizzazione di esercitazioni per testare il livello di preparazione;
• L’acquisizione di abilità fondamentali per il sistema di comando e controllo che facilita la gestione delle emergenze e permette un maggior grado di Situational Awareness.
Per raggiungere un grado di preparazione ottimale è necessario raccogliere e gestire una grande quantità d’informazioni. Al presentarsi di un evento le informazioni giuste dovranno arrivare nel luogo giusto, così da agevolare il processo decisionale in fase di emergenza.
Response
È la prima fase del ciclo dei disastri che parte dal momento in cui si manifesta un evento e dura per tutta la sua durata e nell’immediato post emergenza. Tutte le azioni che si concentrano in questa fase hanno un unico obiettivo a carattere prioritario: salvare più vite umane possibili e assisterle.
Pochi secondi dopo l’evento il COP coadiuva la mobilitazione delle risorse e dei servizi d’emergenza, facilitando le azioni di primo soccorso in questa fase estremamente critica.
Acquisire, gestire e mantenere lo status delle risorse dislocate nei vari punti del teatro operativo costituiscono funzioni fondamentali; il COP supporta la risposta all’emergenza nella seguente maniera:
• Fornisce avvisi e notifiche in forma pubblica riguardanti emergenze imminenti o in corso, in base all’area a rischio o già colpita. Le zone del prossime al pericolo potranno essere identificate su una mappa e allertare anche tramite GIS;
• Determina l’attivazione delle aree di assistenza alla popolazione in base al luogo dell’evento e il percorso migliore per raggiungerle;
• Identifica la posizione e le potenzialità delle risorse esistenti e delle strutture operative (Vigili del Fuoco, Polizia Locale; Associazioni di Volontariato, ecc.);
• Offre la possibilità di raccogliere e diffondere informazioni tra i responsabili della catena di comando e controllo per il processo decisionale in tempo reale e supportare le operazioni di soccorso
• Permette di condividere informazioni e scenari con i diversi Enti;
• Visualizza costantemente lo stato e l’evoluzione dello scenario in atto;
• Facilita l’analisi della stima dei danni.
Recovery
L’ultima fase, come facilmente intuibile, è quella che comprende tutte quelle azioni legate al processo di ripristino della vita sociale ed economica dei luoghi colpiti.
Il COP consente un robusto supporto alle attività della fase di recupero poiché mette a disposizione un archivio centrale di informazioni per la stima dei danni e delle perdite, permettendo la:
• Identificazione dei danni e reportistica specifica per il loro censimento;
• Valutazione complessiva delle infrastrutture critiche e determinazione delle azioni a breve termine rispetto a:
o Sanità e primo soccorso;
o Necessità di ulteriori aree di accoglienza;
o Ubicazione ottimale dei centri di assistenza pubblica;
o Ubicazione ottimale dei centri per le operazioni di governo se le strutture governative risultassero danneggiate;
o Percorsi alternativi per il trasporto così da garantire la continuità delle operazioni;
o Monitoraggio del progresso delle azioni di ripresa in aree specifiche, rispetto a necessità sia a breve sia a lungo termine;
o Pubblicazione di servizi cartografici per la diffusione delle informazioni alle strutture pubbliche e governative riguardo il conseguimento degli obiettivi della fase di ripresa.
Conclusioni
La tecnologia e le soluzioni GIS sono fondamentali per consentire un grado completo di Situational Awareness per le operazioni di Protezione Civile e sicurezza pubblica. Le informazioni spaziali costituiscono la chiave per comprendere le dinamiche di una situazione di emergenza potenziale, in corso o già terminata. Inoltre la tecnologia GIS, se applicata in un contesto di Situational Awareness per qualsiasi evento e in un qualsiasi luogo geografico esso accada, fornisce benefici in termini di:
• Miglior prontezza;
• Conoscenze nuove e fondamentali;
• Livello di sicurezza potenziato;
• Gestione di emergenze;
• Sforzi di recupero più efficaci.
Per queste ragioni è importante capire i danni potenzialmente associati ad un evento ipotetico o in corso. Ciò consente alle autorità, da una parte, di raggiungere una miglior preparazione sviluppando piani di azione e agli operatori, dall’altra, di determinare le giuste strategie per gestire l’evento.
Il COP è una componente flessibile e scalabile di un GIS, che offre la possibilità di generare informazioni utili attraverso dati geografici e funzionalità sofisticate che fondono dati dinamici provenienti da diverse fonti. Tutto questo contribuisce al potenziamento del livello di Situational Awareness del Sistema Integrato di Protezione Civile.
Il GIS, in quanto parte dell’insieme di capacità che creano Situational Awareness, permette la visualizzazione delle informazioni su un evento quando, dove e a chi è necessario, per gestire in maniera efficace tutti gli aspetti dell’emergenza.
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